Lettura dei simboli della Medaglia

 

 

La “Medaglia Miracolosa” esprime in linguaggio simbolico - cioè nel linguaggio più intuitivo e universale - tutto il contenuto essenziale della fede cattolica.

Fatta coniare dalla Madonna tramite le sue rivelazioni a S. Caterina Labouré (il 27 novembre 1830 a Parigi, rue du Bac), benedetta e raccomandata dalla Chiesa, la medaglia è stata definita “Medaglia Miracolosa” proprio per le molte grazie ricevute da chi l’ha portata con fede.

Un lato della medaglia rappresenta il contenuto oggettivo della Fede Cattolica: la Redenzione divina realizzata tramite Gesù e Maria, per una comunione di tutti gli esseri con Dio. L’altro lato della medaglia presenta il contenuto soggettivo della Fede Cattolica: l’accettazione della Redenzione, che è possibile per ciascuno se ha un cuore puro e se prega.

 

Il dato oggettivo della Fede Cattolica è così simboleggiato:

 

1. Le Dodici stelle - Simbolo della comunità completa e perfetta (12 segni dello Zodiaco, 12 tribù d’Israele, 12 apostoli) dicono “la Nuova Gerusalemme che scende dal Cielo, da Dio, risplendente della Gloria di Dio” (con 12 porte, su cui stanno 12 angeli e scritti i nomi delle 12 tribù d’Israele. Le mura poggiano su 12 basamenti, su cui sono i nomi dei 12 apostoli dell’Agnello (Ap 21). Città Universale di tutti gli esseri che accettano la Redenzione: Angeli, uomini, extraterrestri ...

2. La Croce - Indica Gesù Cristo e tutta la sua vita e missione, che culmina sulla Croce e ha nella Croce la Sua eterna Gloria.

3. La Lettera M - Indica Maria e tutta la sua vita e missione: Madre di Gesù e Sua collaboratrice nell’opera di Redenzione.

4. L’intreccio M-Croce - Indica l’unione intima tra Gesù e Maria nell’opera stessa della Redenzione, per realizzare questa comunione divina di tutti con la Divinità, in Dio.

5. I due cuori - Indica la vera natura e il valore profondo di Gesù e di Maria e della loro profonda unione: è il loro libero consapevole amore per Dio, per gli uomini e tra loro.

Cuore di Gesù coronato di spine: non apprezzato, rifiutato, tradito in questo suo atto d’amore e di redenzione.

Cuore di Maria trafitto da una spada: profondamente addolorato per il rifiuto fatto dagli uomini a Dio, per l’uccisione del Figlio.

Questo loro unico amore, espresso e reso perfetto nel dolore, è la forza di Redenzione di Dio per il mondo (Ebrei 5, 9).

 

Il dato soggettivo della Fede Cattolica è così simboleggiato:

 

1. Maria Immacolata - Una persona umana costruita tutta intera sulla innocenza dal peccato, e che proprio per questo ha potuto trasmettere ad altri - a Gesù - una natura umana integra per una missione di Redenzione.

2. Maria che intercede - La Bibbia è piena di preghiere di intercessione esaudite (Abramo, Mosè, Daniele, Ester, Giuditta, Baruch, Salmi ... Maria, Gesù stesso. (Gv 2, 4; Gv 11, 41; Eb 5, 1-4)

3. Il mondo - Indica tutta l’umanità e tutta la storia, che è divisa tra la vera sapienza: umiltà, purezza, mitezza di cuore, come Maria; falsa sapienza: orgoglio, falsità, violenza, come il serpente.

4. Il serpente schiacciato - Indica Satana e la sua sapienza falsa, demoniaca, contrapposta alla sapienza vera che viene da Dio. Come il serpente è velenoso, seducente, traditore, insidioso, insinuante, incapace di muoversi in linea retta; così la falsa sapienza originata da lui è incapace di rettitudine, di cuore puro, di vita vera. Ma con Maria Immacolata, Madre di Gesù, viene schiacciata da Dio.

5. La scritta e i due raggi - Atto di fede nell’efficacia della preghiera di intercessione di chi ha il cuore puro, desiderio di essere come Maria, invocazione a Lei.

I due raggi simbolizzano i doni predisposti e preparati per noi da Dio: sono dati a chi prega (raggio bianco), ma non possono essere dati a chi non prega (raggio nero).

Portare questa medaglia con convinzione, ripetendo sinceramente ogni giorno l’invocazione scritta sulla medaglia: “O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi”, equivale in pratica ad un costantee personale atto di fede ed anche ad una costante professione di fede.

 

di Padre Florio Quercia